sabato 30 marzo 2013

Can I be Satwa?

Dentro e fuori il Brasile, il pernambucano Lailson de Holanda Cavalcanti è conosciuto per la sua opera di illustratore. Nel mondo, il suo prestigio deriva tanto dal suo disegno quanto dalla sua musica.
E' di sua autoria la serie classica Pindorama, in cui racconta la storia del Brasile, dall'arrivo dei portoghesi fino all'era Fernando Henrique & Lula.
A 17 anni, abitando negli Stati Uniti, Lailson comincia a pubblicare i suoi lavori nel giornale The Pine Cone (Arkansas), per i quali riceve l'Award for Best Original Artwork, conferito dalla Arkansas High School Press Association.
Lailson de Holanda

La musica arriva verso la fine degli anni 60, quando, di ritorno in Brasile, comincia a dividere la sua arte con il rock e il folk. Forma la band Phetus - uno dei gruppi seminali del rock pernambucano degli anni 70 - con il chitarrista Paulo Rafael e Zé da Flauta (flauto). Nel 1973, incide con Lula Cortes l'album strumentale Satwa, considerato il primo disco indipendente edito in Brasile - oggi ristampato dalla Time-Lag Records (e nel 2012 dalla Mr. Bongo).
Registrato negli studi della leggendaria Rozemblit, Satwa è la prima uscita dell'etichetta Abrakadabra, realizzata dal poliedrico artista Lula Cortes e dalla designer, oggi cineasta, Katia Mesel.
Lailson lascia il segno della sua chitarra nordestina a 12 corde anche a fianco del gruppo che suona in Paebirù.

Inciso nel 1973, Satwa mostra la coppia Lailson/Cortes presa in una lisergia post flower-power, capace di  impressionare gli incauti ascoltatori in pieno 2008. Brani come "Alegro Piradissimo", "Valsa dos Cogumelos", o "Blue do Cachorro Muito Louco" non lasciano dubbi sul contenuto del vinile - "crudo", ma con un suono eccellente.
Anche Robertinho de Recife appare nel disco, suonando la chitarra solista nella viaggiante lentezza di "Blue do Cachorro Muito Louco" ("Blues del cane molto matto" - NdT).

Il suono dominante nel disco è, comunque, un folk nordestino/orientale, risultato della mistura della cetra  popolare, portata dal Marocco, suonata da Lula, il tricordio*, e la viola nordestina (o caipira) a 12 corde di Lailson.
Prodotto della scena nordestina post-tropicalista, come recitano le note di copertina, Satwa viene realizzato negli studi della Rozemblit, a Recife, fra il 20 e il 31 gennaio 1973. A tiratura limitata e distribuzione essenzialmente regionale, il disco scompare appena viene distribuito, restando una leggenda per il resto del Brasile. L'americana Time-Lag lo ha ristampato con il nome di Satwa World edition.

Com'è stato realizzare Satwa nel 1973, a Recife? Immagino le difficoltà incontrate...

E' stato una sfida, un divertimento e un grande viaggio. Nell'agosto del 1971 ritornavo dopo un anno come borsista negli Stati Uniti, dove ho abitato per un tempo abbastanza lungo in Arkansas e poi a New York.
Prima di partire avevo già una garage-band con Paulo Rafael (che oggi suona con Alceu Valença e che ha suonato con me e Zé da Flauta nei Phetus), e, al mio ritorno a Recife ho trovato una città abbastanza agitata.
Nel novembre del 1972, il Dipartimento di Medicina decise di organizzare il nostro "Woodstock" locale, la Feira Experimental de Musica de Nova Jerusalem, due giorni di "rock dal tramonto all'alba", e mi chiamarono per coordinare la parte musicale dell'evento, dato che transitavo già per le più disparate formazioni della città. Lì ho conosciuto Lula Cortes e abbiamo iniziato ad essere molto amici, poichè avevamo molte cose in comune (disegno, pittura, poesia, musica, psichedelia).
Finito il festival, abbiamo cominciato a incontrarci regolarmente a casa sua e a creare una musica diversa, io con la viola a 12 corde e Lula con il tricordio che aveva portato dal Marocco.
Le mie influenze erano rock e blues. Lula, per  la scala propria del suo strumento orientale, creava melodie che sembravano raga indiani. Avevamo tutti e due un "accento" nordestino che traspare dalle musiche che componevamo in quel periodo.
Cominciammo a registrare in casa quello che stavamo facendo, le persone arrivavano in casa per vedere cosa succedeva, e da lì a decidere di incidere un LP fu un passo.
Io stavo mettendo insieme un po' di soldi per viaggiare, ma decisi di investire in quel progetto.
Quindi, Satwa è il risultato di tutto questo, di di tutto quel momento, e di quella epoca.

Satwa è considerata la prima produzione indipendente del rock brasiliano. Oggi, questo ti spaventa?

Come ti ho detto: registrare un disco era una cosa tanto naturale che non pensavamo neanche che questo non fosse il tragitto normale. La Rozemblit, malgrado fosse antica, era accessibile (è stata la prima etichetta brasiliana a pubblicare, in una compilation, un pezzo di Ray Charles) e senza nessuna attenzione, nessuno se ne curava.
Lì avevamo tutto quello che ci serviva: studio, stampa e grafica.
Abbiamo affittato lo studio dal 20 al 31 gennaio del 73 e abbiamo registrato di notte, di sera, a qualsiasi ora, facendo l'alba.
Facemmo molte ore di registrazione, facendo variazioni sui temi che stavamo componendo, dei quali selezionammo le versioni che ci sembravano migliori.
Lo studio aveva limitazioni tecniche che è state molto divertente aggirare, come per esempio il fatto che se io facevo un overdub dovevo suonare incollato alla cabina del suono, altrimenti si produceva un delay.
Anche la copertina è stata un processo collettivo: il design è di Katia Mesel, la fotografia della copertina è un esperimento di Lula (Cortes, ndt) le altre fotografie sono di Paulo Klein e ci sono due disegni miei nella controcopertina.
Sicuramente sapevamo che stavamo facendo qualcosa di nuovo, ma non immaginavamo di essere pionieri nella produzione di rock indipendente. Questo l'ho saputo quasi 20 anni dopo, attraverso i ricercatori.

Rispetto al suono: cosa pensavate, tu e Lula Cortes, mentre lo facevate. Cosa ascoltavate per creare Satwa?

Satwa è una parola in sanscrito che si può tradurre come fosse il tramite, l'equilibrio, l'armonia fra il corpo materiale e il corpo spirituale. E' questo il concetto fondamentale del disco: un equilibrio fra due cose differenti che si armonizzano.
Il cervello umano ha due emisferi, così come il pianeta Terra, e ambedue si equilibrano, anche attraverso i conflitti. La musica dell'emisfero occidentale, sia blues o repente de viola (musica trad. nordestina di improvvisazione su viola caipira, una sorta di chitarra un po' più piccola a 10 corde - ndt) porta in sè elementi di cultura orientale.
Recife è, allo stesso tempo, un piccolo posto sulle rive dell'Atlantico e una città cosmopolita in contatto col resto del mondo. La musica prodotta qui è musica prodotta sul pianeta Terra. Satwa, musicalmente, trasmette tutti questi incontri.
Il disco presenta questa dualità armonica in tutti i suoi aspetti, come si può vedere dai colori della copertina: ciano e magenta, due colori primari. Non c'è nero, non c'è giallo.
Ma, sul bianco, i due colori primari si armonizzano e creano l'identità visuale specifica del disco. I brani hanno e non hanno testi.
I titoli dicono tutto ciò che è necessario sapere: "Amigo", "Atom", "Apacidonata", "Valsa dos Cogumelos", "Blues do Cachorro Muito Louco", "Can I Be Satwa?", "Alegria do Povo", "Alegro Piradissimo", "Lia a Rainha da Noite" - sono titoli e sono versi, sono testi.
Ma se i brani avessero avuto testi nell'accezione comune, avrebbero dovuto essere sottoposti alla "censura preventiva"  della Polizia Federale dell'epoca, cosa che non avrebbe avuto senso per ciò che stavamo creando.
Quindi, quanto era necessario fosse scritto per spiegare cosa è Satwa, è scritto nella controcopertina.
Oltre al testo (che racconta la saga del disco musicale volante che restò prigioniero nel limbo e fu liberato da Capitan Nemo della Pattuglia del Salto del Tempo) che ho scritto per la Time-Lag Records, che ha ristampato il disco nel 2004, ho aggiunto la traduzione dei titoli perchè i lettori di lingua inglese potessero comprendere anche questa parte dell'opera.
Per quanto riguarda la musica che ascoltavamo, variava molto. Io ero un fan di Cream, Traffic, Jimi Hendrix, Jethro Tull, Pink Floyd, Emerson, Lake and Palmer, King Crimson e Mothers of Invention. E Beatles e Rolling Stones, certo. Ma, per creare Satwa, quello che ascoltammo fu la "musica delle sfere".
Lailson e Lula Cortes

Come si combina la tua arte con tutto questo?

Nel disco appare solo nei due disegni della controcopertina e nell'etichetta. A quei tempi (io ero praticamente un ragazzino), i miei disegni circolavano solo fra gli amici e nei manifesti che facevo per il mio gruppo Phetus (nato dopo Satwa) e per i gruppi degli amici, come gli Ave Sangria e i Batalha Cerrada.
Era arte psichedelica, con elementi di fantasia e di fantasy. A partire dal 1975 cominciai a pubblicare sulla stampa e il mio disegno di satira politica divenne più conosciuto. Oggi, con i fumetti e l'illustrazione, molto del mio stile di quei tempi sta tornando.


Intervista realizzata da Cristiano Bastos, 2008



Chico, Barbara e Giovanni


"Chico Buarque e l'arte della canzone, tre giorni di eventi sul più grande autore della canzone brasiliana"l'iniziativa, che si svolge alla Scuola Popolare di Musica di testaccio di Roma nei giorni fra il 5 e il 7 aprile, è anche l'occasione di ascoltare qualcuno dei promotori degli incontri, Giovanni Guaccero e Barbara Casini.

Chico Buarque - Paratodos
Barbara Casini - Pelas Tabelas
Chico Buarque - Morro Dois Irmaos
Barbara Casini - O Meu Amor
Chico Buarque - Construçao
Barbara Casini - Agora Tà

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Il volume di Barbara Casini, Angelica  edizioni





sabato 16 marzo 2013

15 marzo 2013


Silverio Pessoa e La Talvera - Casa de Aranha (Escoticha de l'Aranha)
Orquestra Contemporanea de Olinda - De Leve
Tcheka - Pexra Porto
Os Cachorros ds Cachorras - Discoteque no Forrò
Cabruera - Druidas do Agreste
DJ Tudo e Junio Barreto - Se Ver Que Vai
Orquestra Popular da Bomba do Hemeterio - Meu Esquema
Juvenil Silva - Se Ela Nunca

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Associazione culturale La Talvera

domenica 10 marzo 2013

8 marzo 2013


Zé Cafofinho e Suas Correntes - Xirlei
Trio Madjesi - Sex Madjesi
Cassia Eller - Vai Morar Com o Diabo
Tratak - Querida
Zelia Duncan c/Ney Matogrosso - Isso nao Vai Ficar Assim
Iconili - Bufala
Andreia Dias c/Zé Cafofinho - Luva Pele
Super Mama Djombo - Alma

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sabato 2 marzo 2013

Speciale Marcia Castro



Marcia Castro - foto Tiago Lima




Intervista a Marcia Castro che ci parla della sua musica e di quello che si muove a Bahia

Marcia Castro - Frevo Pecadinho
Marcia Castro - Rainha do Egypto
Marcia Castro - Preta Pretinha
Marcia Castro - 29 Beijos
Marcia Castro - Meu Doce Amor
Marcia Castro - Mae Eu Juro
Marcia Castro - Lobradouro
Amabis - Pena Mais que Perfeita

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